POLI CIVICI: LA CAPITALE CHE C’E’ GIA’. PRATICA E RICERCA

POLI CIVICI: LA CAPITALE CHE C’E’ GIA’. PRATICA E RICERCA

I Poli civici a Roma rappresentano esperienze e forme collaborative in risposta ai bisogni dei territori, sempre in continua evoluzione e desiderosi di esprimere nuove potenzialità. I Poli civici sono “hub delle economie locali” e si ispirano a sperimentazioni europee e internazionali, capaci di far vivere una città diversa; mostrano una città che già esiste, ma non ha ancora piena consapevolezza di sé. L’idea/proposta dei Poli civici risulta essere – per svariati quid e notevoli ratio – al centro del dibattito romano sulla cosiddetta “rigenerazione urbana” che vede protagonista le reti di mutualismo territoriale e le economie trasformative.

LabSU – Laboratorio di Studi Urbani “Territori dell’abitare” (DICEA – Sapienza Università di Roma) ha sviluppato, in collaborazione con l’associazione Fairwatch, una ricerca sulle “Reti di mutualismo e poli civici a Roma” che, edita da Comune-info, con il sostegno della Fondazione Charlemagne, sarà presentata pubblicamente in Campidoglio nella sala del Carroccio, il 27 gennaio alle 17.30. Uno studio utile alle reti sociali  territoriali perché, oltre a mappare gran parte del tessuto di questa città, ha analizzato 21 contesti territoriali romani dove si stanno sperimentato percorsi di comunità generativi che praticano un nuovo modello di welfare sociale.

In questa direzione si è provato a fornire alcuni modelli, a partire da tre proposte sviluppate nei quartieri di Tor Bella Monaca, Quarticciolo ed Esquilino. Per questi ultimi due in particolare l’attenzione è maggiore, perché esempi in costruzione di Poli civici dal basso: lo sappiamo bene noi di Slow Food Roma che, dopo otto anni nel Rione più cosmopolita della città, siamo tra i fondatori del costituendo Polo civico Esquilino.

Siamo consapevoli e concordi che per dar vita a una vera e propria rigenerazione urbana non basta costruire o rigenerare spazi, ma serve costruire processi di co-formazione e condivisione tra decisori, amministratori, dipendenti pubblici dei servizi territoriali e cittadini organizzati, che integrino innovazione sociale e sviluppo di economie locali. 

Tutto questo sta già accadendo: Un mondo migliore è possibile!

di Stefanina Sgambati

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