E’ arrivato il momento della transizione agroecologica: ecco perchè.

E’ arrivato il momento della transizione agroecologica: ecco perchè.

Come è già accaduto nel 2023, anche quest’anno il rapporto della FAO sarà dedicato ai costi nascosti dei sistemi alimentari. Costi sociali, sanitari e soprattutto ambientali che non dovremmo continuare ad ignorare. L’agroecologia, come dimostrano recenti studi, può essere il motore della trasformazione dei sistemi alimentari, apportando importanti benefici economici agli agricoltori e all’intera società, puntando a un sistema alimentare più
sostenibile.

Il percorso intrapreso dalla “Rivoluzione verde” basato sulla produttività e sulla convinzione dell’essere umano di poter dominare qualsiasi altro essere vivente, non è privo di gravi conseguenze per il nostro pianeta. L’equilibrio tra gli umani e l’ecosistema deve essere ridefinito ponendo l’essere umano come parte integrante della natura. L’approccio dell’agroecologia nasce proprio da questo equilibrio che mette in armonia esseri umani e natura.
Proteggere le varietà, impedire gli usi di fitofarmaci chimici, utilizzare le risorse in modo efficiente, valorizzare le tecniche tradizionali, ridurre l’impatto
sugli ecosistemi, rafforzare l’adattabilità e la resilienza, basare l’agricoltura sulla coesione sociale… tutte queste pratiche si intrecciano nel concetto di agroecologia che Slow Food Roma vuole promuovere.

L’agroecologia è un approccio interessante perché non si limita alla pratica agricola; è anche una scienza, uno stile di vita e un movimento che mira a creare sistemi alimentari più giusti su tutti i livelli. Oltre a considerare il sistema agroalimentare da un punto di vista ambientale, l’agroecologia incorpora nel suo approccio i fattori sociali che influenzano il sistema, incoraggiando il coinvolgimento delle comunità locali e tenendo conto del contesto culturale e della relazione produttore-consumatore, fattori spesso dimenticati nel sistema agroalimentare attuale. In effetti, la giustizia sociale, economica ed ecologica
sembrano essere aspetti essenziali dell’agroecologia. Sebbene le Nazioni Unite abbiano riconosciuto il potenziale dell’agroecologia come modello per nutrire l’intero pianeta, l’agroecologia è ancora oggi vista come un insieme di pratiche da attuare solo in contesti specifici e non è sufficientemente considerata come contributo alla sostenibilità globale. Tuttavia, questo modello di agricoltura si basa su principi adattabili a tanti contesti, e permette di produrre cibo in quantità adeguata e senza ricorrere a sostanze di disturbo come pesticidi o fertilizzanti che non rispettano l’ecosistema, oltre a essere un sistema socialmente giusto e ecologicamente sostenibile.

Il numero di studi scientifici sull’agroecologia e che dimostrano il suo valore positivo per l’implementazione di un sistema agroalimentare sostenibile è in aumento. Secondo uno studio della Scuola Sant’Anna e dell’Isara di Lione, finanziato dal Centro di conoscenza per la sicurezza alimentare e la nutrizione globale del Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC), rispetto all’agricoltura convenzionale l’agroecologia apporta maggiori benefici socio-economici. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Agronomy for Sustainable Development, rivela la fattibilità dell’agroecologia da un punto di vista sociale ed economico. In totale, sono state esaminate più di 13.000 pubblicazioni e sono stati selezionati 80 articoli tra il 2000 e il 2022 per dimostrare scientificamente i risultati sociali ed economici dell’agroecologia sulla base dell’analisi di parametri differenziati come il reddito, il lavoro e i costi di produzione. Lo studio indica anche che i risultati sociali ed economici dipendono da una serie di fattori quali l’ambiente geografico, la scala temporale
della transizione o le condizioni agricole.

I risultati più significativi sono stati ottenuti nei Paesi del Sud, dove le pratiche agroecologiche utilizzate sono state l’agroforestazione, la consociazione e l’assenza o la riduzione della lavorazione del terreno. Le conclusioni dello studio indicano anche che la transizione agroecocologica sostenuta dal Green Deal potrebbe migliorare i redditi degli agricoltori.

Slow Food promuove quindi il modello dell’agroecologia, che collega agricoltura, nutrizione e salute come concetti interdipendenti e il ruolo che possono svolgere nella lotta alla crisi climatica. Un approccio che non solo è vantaggioso per l’ambiente e la salute umana, ma che integra anche gli aspetti sociali ed etici della produzione alimentare. Anche attraverso il Consiglio del Cibo, organo di consulta di Roma Capitale, Slow Food Roma è impegnata sul tema della transizione agroecologica, partecipando attivamente al Tavolo dedicato alla “Produzione locale e agroecologia”.

Il lavoro del Tavolo è indirizzato verso lo sviluppo di politiche per la gestione sostenibile della produzione primaria, l’individuazione di strumenti per accelerare la transizione ecologica e il ricambio generazionale, e la promozione di processi di trasformazione per dare al lavoro un giusto
prezzo e dignità. Stabilire sistemi alimentari equi e sostenibili significa mettere in discussione i presupposti economici, proteggere i diritti e riequilibrare il potere, affrontando così le cause strutturali delle crisi alimentari. L’agroecologia è un approccio chiave per preservare la biodiversità, le risorse naturali, i paesaggi come fonte di identità culturale, ma anche per contrastare la crisi climatica e restituire agli agricoltori un ruolo di primo piano nel sistema
agroalimentare. Solo applicando i principi dell’agroecologia su larga scala, o addirittura scegliendo una strada orientata verso una transizione ecologica, potremo ritrovare un senso di armonia con la natura.

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